domenica 22 giugno 2014

Arturo Pérez-Reverte - Il club Dumas

Anche in questo caso devo ringraziare il solito cesto con i libri usati scartati in cui adoro mettere le mani per tirarne fuori, appunto, qualche suggerimento.
Chissà perché, nonostante (o forse proprio per quello) il successo del libro e del film e pur sapendolo un volume intriso di Dumas, di moschettieri e di librai antiquari, non avevo mai colto l'occasione di conoscere Pérez-Reverte.
Ho colmato la lacuna e mi sono divertita e ho conosciuto Lucas Corso, anche se ho trovato la scrittura di Pérez-Reverte un po' prolissa e a tratti dispersiva e la trama con qualche sempliciotteria di troppo.
Gridare al capolavoro, come ostentato ovunque in quest'edizione, mi pare un po' esagerato ma sicuramente è un libro adatto al cinema, anche se il film che ne è stato tratto non l'ho mai visto, a cominciare proprio dalla figura di Corso, con tutti i cliché del caso comprese le scene d'azione (e non).
Si arriva comunque in fondo al libro con leggerezza, godendosi un po' di pettegolezzi su Dumas, vari tentativi di rovesciare le sorti della sfida tra Napoleone e Wellington e facendo la piacevole conoscenza dei F.lli Pablo e Pedro Ceniza, restauratori e rilegatori.
La conclusione rimane in sospeso, quasi incompiuta, come le figure femminili ma anche lo stesso pseudo-Richelieu.
Ho sentito dire che di Pérez-Reverte sia meglio leggere altro: proverò.

sabato 22 marzo 2014

John Ball - La calda notte dell'ispettore Tibbs

Per poco, per un ricordo mal riposto e confuso sulla serie tv, non mi perdevo questo piccolo capolavoro.
E sarebbe stato davvero un peccato.
Per fortuna invece ho fatto la conoscenza con l'ispettore Virgil Tibbs, polizia di Pasadena, California, che si ritrova a dover collaborare con la polizia di Wells, South Carolina, per risolvere l'omicidio di un famoso direttore d'orchestra che stava organizzando il festival che avrebbe dovuto risollevare le sorti della cittadina.
Siamo negli anni 60 del '900, le tecniche moderne di investigazione a cui ci ha abituato CSI sono ancora allo stato embrionale (la stessa richiesta di Tibbs di visionare il cadavere sembra essere un'assurdità) e la democratica America è ancora intrisa del peggior razzismo che nel caso del sud rimane sprofondato nella segregazione razziale.
Virgil Tibbs è una persona pacata e gentile, molto intelligente, e John Ball riesce a far sentire la rabbia repressa che eppure non esplode mai né scade nel patetico o nella rassegnazione ma esalta invece la vergogna nel dimenticarsi come sia esistita (ed esista, purtroppo) un'educazione che rende impossibile un semplice gesto come servire un bicchiere di latte.
E se personaggi come Sam Wood ripristinano la speranza insita nel dubbio di contro è il Capo della polizia di Wells, il Signor Capo Gillespie, il cui razzismo è il pregio che ha reso brillante la sua carriera, che rende giustizia infine alla superiorità morale di Virgil Tibbs.
L'edizione Sellerio è come al solito esemplare, una copertina azzeccata (soprattutto se accostata al titolo originale del libro In the heat of the night) e una bella nota di Mariarosa Mancuso alla fine.
Il volume in questione, collana "La memoria" 2004, non è più disponibile ma sul sito Sellerio  si trova l'edizione del 2006, collana "Narrativa per la scuola", che viene associata a Una romantica avventura di Thomas Hardy: un accostamento curioso che però, nel perplimermi, mi ha già fatto segnare il volumetto in cima alla mia wish-list.

domenica 2 marzo 2014

Marco Malvaldi - Milioni di milioni

Di Malvaldi avevo già letto La briscola in cinque che non mi aveva proprio entusiasmato ma era comunque stata una lettura piacevole e quello di Malvaldi un nome da tenere in conto.
Complice una crisi d'astinenza da gialli capitata proprio di sabato sera, proprio all'ultimo, ho preso al volo questo Milioni di milioni, e ho fatto bene: leggendo le prime righe mi si è stampato un bel sorriso sulla faccia dove è rimasto, allargandosi di tanto in tanto, per tutta la lettura.
Che è una lettura veloce, eh, ma con tutti gli ingredienti del giallo, compreso un paese che rimane isolato dalla neve proprio mentre si consuma un delitto riconosciuto come tale solo quasi per caso, mescolati per bene con un'ironia tutta toscana a istigare risate, intrigare e non cedendo sul colpevole fino alla fine (ma sinceramente a me piace fare il gioco dell'autore distraendomi e non badando agli indizi, quindi forse non faccio testo).
E quasi quasi mi dispiace aver messo giù Odore di chiuso, altro volume di Malvaldi che però, dopo averlo soppesato per un bel po', non ha retto alla sensazione di tiepidezza rimastami addosso da La briscola in cinque.
Ma tra poco sarà di nuovo domenica.