domenica 30 dicembre 2012

Isaac Asimov - Preludio alla fondazione


Nonostante la grande passione che nutro per la fantascienza in versione cine/televisiva questa stessa passione non l'ho mai applicata alla lettura.
Poi M. ha recuperato chissà dove I robot e l'Impero e Preludio alla fondazione.
Sono stati per un po' a girarmi intorno, l'introduzione dello stesso Asimov che indica Preludio alla fondazione come il primo libro (anche se scritto dopo) della serie appunto della Fondazione mi è parso un buon segno per iniziare.
Se devo essere sincera ero abbastanza intimorita, se non altro dalla fama dello scrittore, invece mi sono ritrovata a seguire la vita su Trantor, pianeta principale dell'Impero Galattico, trotterellando con naturalezza dietro il matematico Hari Seldon che vi giunge per un congresso e si ritrova, istigato da Hummin/Demerzel/Daneel e accompagnato dalla storica Dors Venabili, in fuga attraverso tutti i vari settori del pianeta, popolati da ancor più vari (e bellissimi) personaggi, alla ricerca di fondamenta per la sua idea della psicostoria (che è anche il motivo per cui si ritrova in apparente pericolo) e inseguendo la leggenda dell'esistenza di un robot come ultima prova e ultimo legame con un passato che conduce alla Terra e all'origine dell'umanità.
Asimov è un grande affabulatore e si arriva in fondo al volume (nonostante le ultime pagine a mio parere stonino un po') mettendo già a punto un piano su come procurarsi tutti i suoi libri (e magari in queste stesse vecchie edizioni Mondadori, con queste stupende sovraccoperte).
Insomma, tutto cospira a non voler farmi snellire le pile di libri lasciati a metà; a volte però anche questa è una soddisfazione.

mercoledì 26 dicembre 2012

Elizabeth George - Dicembre è un mese crudele

L'intenzione era di cominciare per bene, sulla scia entusiasta di  La donna che vestiva di rossodal primo volume della serie di Lynley e procedere con ordine; invece mi sono lasciata corrompere dal titolo (surreale come al solito, ma efficace) e dalla copertina.
Dicembre è un mese crudele, se non sbaglio, è il secondo volume della serie e, a mio parere, eccessivamente prolisso e dispersivo: arrivati a metà, davvero, si è tentati di piantarlo lì.
Poi però all'improvviso la storia ingrana, nella remota campagna inglese in pieno inverno dove Deborah e St. James in vacanza convincono Lynley a riaprire il caso di un omicidio appena archiviato, scoprendo un suicidio avvenuto anni prima ma in realtà una montatura, la normalità della stregoneria e un rapimento (e un assassinio) guidato da un senso della giustizia, seppur personale, la cui punizione stride con la violenza che rimane per converso impunita, quotidianamente, sotto l'algida di una assurda ma radicata accettazione.
Deborah è insopportabile ma St. James è molto più simpatico e affascinante di Lynley e così mi sono già procurata il primo vero volume, in cui si dovrebbe conoscerlo meglio.
Sempre che non mi passi, per colpa di un volume appena iniziato di Asimov, questa smania ossessiva da thriller.

sabato 22 dicembre 2012

Mary Ann Shaffer - La società letteraria di Guernsey


Il libro di M.A Shaffer l'avevo preso per amore di Ebenezer Le Page e, shame on me, sull'onda delle strenne natalizie.
Composto da lettere all'inizio sembra scorrere un po' lento per la necessità di adattarsi ad una storia epistolare, di cui, lo ammetto, non sono una gran sostenitrice.
Ma alla fine ci si immerge completamente nella gentilezza e nella pacatezza di un racconto che si prende tutto il suo tempo proprio grazie alla parola scritta.
E' una storia d'amore - per Guernsey, per la sua storia, per i suoi abitanti - che trova nella semplicità di una torta di patate e nella lettura di un buon libro, anche sempre lo stesso, il miglior modo per lasciarsi alle spalle le brutture della guerra.
Insomma, ammetto che in realtà avevo intenzione di cominciare per bene a sfoltire le pile dei libri lasciati a metà che sembrano crescere di vita propria attorno a me: La società letteraria di Guernsey non mi ha aiutato nell'intento, si è però rivelato essere esattamente quello che cercavo: una sorta di riconciliazione con la lettura frenetica, ossessiva e disincantata di cui sentivo la mancanza.

sabato 15 dicembre 2012

Jean-Claude Carrière, Umberto Eco - Non sperate di liberarvi dei libri

Da compratrice compulsiva di molti più libri di quelli che riesco a leggere, da appassionata frequentratrice di piccole librerie e bancarelle di libri usati e da convinta assertrice della necessità di possedere, per esempio, 3 copie diverse di un libro qualsiasi di Colette, ho un sano (!) bisogno, a volte, di rassicurazioni.
Inoltre, sinceramente, comincio a trovare opprimente e assurda qualsiasi discussione sul confronto tra libri cartacei e digitali.
Questa lunga, ironica e colta conversazione tra Eco e Carrière (copia scovata intonsa e per caso nel solito giro tra gli scaffali dell'offerta 3x4) è, in questo senso, un comfort-book: i due bibliofili discorrono sull'amore per i libri in sé, sull'ammirazione verso la tecnologia e sul modo in cui la sfruttano, sull'ennesimo libro che vorrebbero avere, su come hanno iniziato quella determinata collezione e su come si sono procurati determinati volumi.
Eco, come al solito, sa farmi ridere (anche se tutti mi guardano in maniera strana quando lo dico), gli aneddoti e i fatti storici, nonostante la sensazione di già sentito, sono sempre godibilissimi.
E, soprattutto, i libri e la lettura sono un fatto scontato: più rassicurante, e confortevole, di così.

sabato 1 dicembre 2012

Stephen King - On writing

Con Stephen King ho un rapporto di amore (It, Misery) e di insofferenza (Carrie).
On writing l'ho recuperato per pochi spiccioli e senza esitazioni, ché quando si tratta di metter il naso nelle letture altrui non ci penso mai due volte.
Il sottotitolo declama "autobiografia di un mestiere" e così è: nella prima e nella terza parte si segue il Stephen delle prime letture, le scoperte dei suoi gusti, l'elaborazione dei primi racconti e i primi tentativi di pubblicarli, la supremazia - mai messa in discussione - della scrittura, la cui prova si ha nel libro che si tiene tra le mani, frutto della lunga e dolorosa risalita dopo lo spaventoso incidente che lo ha ridotto in fin di vita.
Ma è la seconda parte che vale da sola tutto il libro: King espone senza pudore e con il fascino accattivante del genio (in caso si avessero ancora dubbi) tutti i ferri del mestiere contenuti nell'inseparabile cassetta degli attrezzi (cit.) che svela il grande e inarrestabile lavorio e crea, seduta stante, lo scintillio ipnotico che non ti fa alzare la testa dalla pagina (qualunque cosa ti stia raccontando), che ti fa innamorare - ancora una volta e senza indugi - e che rende chiaro, una volta per tutte, quanto Stephen King, a volte e in certi ambiti, sia davvero sottovalutato.

sabato 24 novembre 2012

Stuart MacBride - Il cacciatore di ossa

Adoro le recensioni libresche di Alex , ero orfana di John Rebus (lo sono da un bel po', in realtà), era un periodo di notti insonni e l'ebook costava davvero una sciocchezza.
La traduzione del titolo è surreale e l'edizione digitale ha parecchi difetti ma MacBride è bravo e riesce a coniugare in maniera egregia umorismo scozzese (la storia è ambientata a Aberdeen) e raccapriccio (la scena della tortura nel bosco è orrenda, e non in senso positivo).
Il Sergente Logan McRae e l'abominevole (per davvero, e in tutti i sensi) Ispettrice Roberta Steel, da parte loro, se la cavano egregiamente nel destreggiarsi tra sigarette, fish-and-chips, incendi dolosi, diverse prostitute picchiate a morte e un paio di torsi rinchiusi in altrettante valigie.
Non male, MacBride, non male.

lunedì 19 novembre 2012

Jonathan Stroud - La porta di Tolomeo e L'occhio del Golem

Stroud non si smentisce e gli altri due volumi della saga sono un bel tuffo in quel mondo fantastico di cui ogni tanto ho bisogno.
A Bartimeus sono affezionata, e non delude, però speravo in un evolversi più deciso del personaggio di John Mandrake.
E, davvero finisce tutto così?

venerdì 16 novembre 2012

Jonathan Stroud - L'amuleto di Samarcanda


L'amuleto di Samarcanda l'avevo sfogliato nell'edizione economica contenente anche gli altri due volumi della serie; ma non era un'edizione molto invitante e l'avevo lasciato lì.
L'ho ritrovato in un cesto di libri usati ad una fiera di beneficenza: i libri arrivano da sé, basta un po' di pazienza.
Mi sono ritrovata così catapultata in una Londra oscura ma più affascinante che mai, in una Praga in sottofondo ma magica e altera, di cui quasi mi stavo dimenticando, mi sono goduta la voce crassa e roboante di Bartimeus e una ben congeniata vendetta che mi ha lasciata abbastanza soddisfatta. 
Ho iniziato gli altri due volumi, per ora giacciono abbandonati sul comodino. Ma spero di riuscire a riesumarli - complice magari qualche week-end più freddo del solito - e di farmi di nuovo sorprendere.

sabato 10 novembre 2012

Cathleen Schine - Miss S.

Non è un bellissimo titolo, Miss S.? E la copertina (si dia atto a Mondadori) fa egregiamente il suo sporco lavoro. E le ultime righe del risvolto di copertina mi hanno fatto capitolare.
Non sono una fan accanita della Schine, dopo La lettera d'amore ho provato a prendere in mano qualche altro suo libro: tutti lasciati a metà.
Invece questo Miss S. è una delizia: niente di complicato, però una scrittura piacevole, personaggi ben tratteggiati, il Maine a settembre, un ispettore senza fretta, Miss Skattergoods che distoglie l'attenzione e un finale che rimane inaspettato.
Si può leggere in un pomeriggio, o lasciarlo sul comodino e centellinarlo nelle serate esauste di certe settimane incredibilmente troppo lunghe.

mercoledì 31 ottobre 2012

Neil Gaiman - Il figlio del cimitero

Il figlio del cimitero è frutto della ormai obbligata sosta di fronte allo scaffale della letteratura per ragazzi.
Non avevo mai letto niente di Gaiman e ho scoperto una scrittura dolce e lieve, avvolta in una sorta di foschia proprio come il paesaggio in cui si intrufola gattonando Bod, in una notte da dimenticare, e in cui cresce circondato da una schiera di meravigliosi personaggi che lo accolgono, all'inizio titubanti, nella sua involontaria fuga da quel mondo al di là del cancello che rimane, nelle sue brutture, irrimediabilmente attraente, e a cui, pur con rammarico, lo restituiranno.
Una bellissima storia sul privilegio di un altro punto di vista, ma soprattutto sul grande dono di saper lasciare andare via.

domenica 28 ottobre 2012

Michael Connelly - La lista



Dovevo sfruttare la promozione della Sony legata all'acquisto di un e-reader e mi serviva un libro che filasse via liscio, una prova del nove.
Del Sony reader mi sono innamorata.
Mickey Haller invece non è Hieronymus Bosch.

sabato 27 ottobre 2012

Antonio Pinelli - La storia dell'arte

Il libro di Pinelli è un raro esempio dei tesori che possono saltar fuori dalle ostiche liste dei piani di studio universitari.
Era dai tempi (tanti) della Storia delle idee ecologiche di Worster e da quelli (troppi) de Il mondo di ieri di Zweig che non mi capitava di esserne grata; oltretutto, in questo caso, anche per un esame inserito d'ufficio e che invece, nella mia abominevole ignoranza (ma non è questo il bello?) mi sto godendo davvero.
La rarità di queste istruzioni sta nella volontà di farsi comprendere, di far amare (o almeno tentare di; e tentarci davvero) la storia dell'arte, la genialità di una pennellata che nasconde un mondo intero, di un'increspatura che svela un dolore, di un colonnato che gioca con i nostri sensi, della melanconia (oh, quel ritratto di Michelangelo di Daniele da Volterra!) e della curiosità.
Un libro scritto (caso strano per un libro italiano, specie se scritto "per voi studenti") con gli studenti in testa, fruibilissimo da chi di storia dell'arte ha poche e comuni nozioni, e stampato su una fantastica carta patinata su cui la matita scivola via. Si sente la mancanza di una bibliografia, peccato, ma è un libro consigliatissimo, che fa ridere il cuore.
 Il mio esame inizierà con un sentito grazie.

giovedì 25 ottobre 2012

J.K. Rowling - Le fiabe di Beda il Bardo

In realtà non credo di avere mai avuto una qualche intenzione di comprarlo. Ma era in vetrina da uno dei miei librai preferiti, era una bella giornata e la traduzione è di Hermione Granger.
Un libretto che si legge in un'ora, ed è un'ora piacevole.
Mi dispiace solo non aver letto per prima l'edizione inglese, anche se non credo che Babbity Rabbity avrebbe potuto essere più simpatica di Baba Raba.
Però...

domenica 21 ottobre 2012

Joanne Harris - Le parole segrete

Ho amato Chocolat. Un po' meno i libri che sono venuti poi.
Questo Le parole segrete non è un libro che consiglierei, così pesante e lento: bisogna almeno arrivare a pag. 300 e scendere a Hel, per riguardare a Joanne con un moto d'affetto. Certo, districarsi tra gli infiniti personaggi e le intricate parentele della mitologia nordica non è semplice. E tutti ci siamo, credo, fermati sognanti sulle ultime pagine dell'Edda.
Ma era davvero necessario, disturbare il sonno della fine del mondo?

sabato 20 ottobre 2012

Alexander McCall Smith - 44 Scotland Street

I libri trovati per caso sono sempre una grande soddisfazione.
Alexander McCall Smith era un nome rimasto appeso a quello di Rankin e Welsh in una lista di titoli quasi infinita.
Lasciandomi ammaliare dalla solita deliziosa pastosità delle copertine e delle pagine dei libri di Guanda, e riconoscente per il titolo inalterato, ho scacciato la tentazione di fuggire da una libreria inospitale e ho scoperto una meraviglia: una scrittura sapiente e colta che si intrufola negli interni dell'Edimburgo imperturbabile che ho amato alla follia, dialoghi che sanno farsi ascoltare con gentilezza, Ian Rankin a mollo nella sua vasca idromassaggio, vecchie poesie rispolverate ridacchiando, le ultime pagine lette già con un po' di nostalgia.
Ho provato a sfogliare gli altri libri, di McCall Smith: finora non ho ancora osato rompere l'incanto.

sabato 29 settembre 2012

Elizabeth George - La donna che vestiva di rosso

Elizabeth George è un nome ricorrente sugli scaffali in biblioteca ma, sinceramente, non ho mai avuto nessuna tentazione di prendere in prestito qualcosa.
Poi mi serviva il quarto nell'offerta 3x4 della libreria sotto casa e la storia si svolge in Cornovaglia: ci vuole poco per farmi capitolare.
E' un libro un po' prolisso, a tratti si tentenna nella lettura e i personaggi stentano, all'inizio, a farsi riconoscere. Però ci sono il gelido e desolato sud-ovest inglese di fine inverno che non perde mai il suo fascino, un'immersione nel mondo del surf (ben fatta, ma parlo da profana) e un paio di misteri che arrivano per bene fino alla fine.
E poi sono orfana di Dalgliesh e la George fa un ottimo lavoro con l’aristocratico e malinconico Thomas Lynley, l'ex (in questo volume) sovrintendente di New Scotland Yard, dandoci l'impressione di conoscerlo da sempre e creando una storia dentro la storia tutta per lui e lasciandogli in pratica le redini del gioco: un ottimo libro da pomeriggi sotto le coperte, e ben altri 14 volumi da indagare.

Ian Sansom - Il caso dei libri scomparsi


Il fatto è che era un bel sabato pomeriggio, era in bella mostra sullo scaffale dei libri usati fuori dalla solita libreria, aveva la parola libri nel titolo e una copertina vintage alla moda.
Sono arrivata a pagina 175 e Israel Armstrong è ancora uno dei personaggi più antipatici che mi sia capitato di incontrare.
Per non parlare delle note in fondo al volume.
Bah!

Elias Canetti - Party sotto le bombe

Certi libri, diceva un mio professore, se si leggono nel momento sbagliato si rischia di perderli per sempre.
Party sotto le bombe lo avevo già letto qualche anno fa ma non me lo ricordavo per niente. Segno che non era il momento giusto: ritrovato mettendo a posto la nuova libreria questa volta me lo sono goduto davvero.
Ultima parte della biografia dello scrittore bulgaro, messa insieme postuma basandosi su appunti ritrovati, è più una rassegna, godibilissima come sempre in Canetti, dei personaggi incontrati durante il soggiorno inglese negli anni della seconda guerra mondiale, ultimi rappresentanti di un'Inghilterra che si avvia (Canetti scrive durante l'era thatcheriana, e con molta asprezza) verso un mondo in declino.
E' bellissimo il ritratto di Russell (con la sua risata da caprone) ma mirabili rimangono i (pochi, purtroppo) ritratti della gente comune e sconosciuta, su tutti quello dello spazzino di Chesham Bois, con il suo linguaggio biblico e le domande mai convenzionali, e di Mr. Milburn, che irradiava luce nel sentire Canetti leggere Holderlin in tedesco e si chiedeva se anche il pilota dell'aereo nemico sopra di lui ne tenesse in tasca una copia.

martedì 11 settembre 2012

Brian Lies - Pipistrelli in biblioteca


                                  
Pipistrelli in biblioteca l'avevo visto di sfuggita sul sito de Il castoro, nel curiosare sulla scia dei tredici talismani.                                                   
L'ho ritrovato esposto in una vecchia voliera arrugginita appesa nel cortiletto d'entrata di una bellissima libreria per ragazzi in riviera, accanto ad un volantino che annunciava corsi di giardinaggio per bambini: non è un fantastico modo di trovare libri?
L'ho comprato discettando con la proprietaria riguardo certe felici e seminascoste scelte editoriali, mi sono goduta le fantastiche illustrazioni e l'ho portato in giro per giorni invitando chiunque a leggerlo - che lo si legge in un battibaleno, ma, dopo, si sorride a lungo.

sabato 8 settembre 2012

Kazuo Ishiguro - Quel che resta del giorno

Recuperato tra le pile di libri semi-abbandonati (ah!) nella cantina di C. a dispetto dell'orribile copertina e, lo ammetto, storcendo un po' il naso, mi sono imbattuta in un libro gentilissimo e in una scrittura pacata ma mai leziosa.
Seguendo il filo dei pensieri di un irreprensibile maggiordomo inglese durante un viaggio di 6 giorni in macchina verso la Cornovaglia, sul finire degli anni '50, Ishiguro crea un piccolo capolavoro.
Alla ricerca di risposte a domande che non credeva di avere (complice anche il periodo del dopoguerra, in cui un intero paese spossato si interroga diffidente) Stevens rende ammirevole l'irriducibilità tutta britannica ad un senso del dovere che racchiude in sé quella dignità a cui il maggiordomo stesso cerca di dare chiarezza, senza rendersi conto di essere proprio lui, in un certo senso, la risposta che cerca.
Un piccolo gioiellino, questo libro, che ha acuito la mia nostalgia per la Cornovaglia sotto la pioggia e mi convinto dell'inutilità di guardare il film così acclamato su ogni angolo ben visibile del volume.

David Lodge - Il Prof è sordo

Di David Lodge ho, quasi in fondo alla pila dei libri lasciati a metà, Il professore va al congresso, che guardo con affetto - per via di chi me lo aveva regalato e della deliziosa introduzione di Umberto Eco - e con la diffidenza di cui circondo i libri di successo.
Il prof è sordo mi è capitato sotto il naso mentre lo tenevo all'insù, trattenendo il fiato, nella nuovissima libreria a più piani che mi ha fatto, anche se per poco, illudere di vivere in un paese non proprio da buttar via. E il professor Desmond Bates ha provveduto a trattenere ancora un po' l'inevitabile disillusione.
E' una figura tenera e un po' spaesata, questo professore in pensione che probabilmente non avremmo preso troppo in simpatia se lo avessimo conosciuto all'apice della carriera. Qui invece ci strappa un sorriso (più di uno), rendendoci partecipi del guardare, attraverso una posizione privilegiata, tutto quel gran vociare uniforme, superficiale e (apparentemente) instancabile incapace di cogliere la propria incapacità di sentire. Ecco, reso quel gran vociare solo un (fastidioso) brusio di sottofondo, è possibile riappropriarsi di quella dose di autoironia e arrendevolezza che impediscono di farci sommergere dal nevischio della palla di neve del mondo.
"Si imparano sempre cose nuove al corso di lettura delle labbra".
Un libro che scorre via, peccato per una non accuratissima revisione e per lo scivolone sulla cara Mrs. Bates della signorina Austen. 

Michelle Harrison - 13 talismani

13 talismani è il libro che mi ha fatto ricordare quanto mi mancava la letteratura per ragazzi.
Ne avevo letto vite fa una recensione e avevo cercato di procurarmelo: ma era in via di pubblicazione, ma non era (ancora) prevista un'edizione italiana, ma avrei dovuto fare un ordine online, è rimasto intrappolato nella mia infinita e caotica lista dei desideri dimenticati.
Poi, per caso, durante la solita metodica ricognizione della vetrina della libreria sotto casa, l'ho riconosciuto subito. E che delizia!
Leggermente lento all'inizio, questo sì, però poi non riesci a metterlo giù - ancora un po', anche se domani in ufficio sarà dura (ma sarà dura comunque...). Perchè ci sono giornate più pesanti del solito, ingombre dei soliti luoghi comuni e delle solite banalità e tornare a casa vale sempre la pena, per immergersi in boschi brulli e sentieri appena accennati e fate e gelosie e dispetti e burberi adulti a nascondere un segreto che fu e amicizie appena nate.
E riscoprire quel mondo che rimane, in un certo senso, sempre uguale, esaltandosi supponentemente di un tesoro ritrovato.