domenica 23 giugno 2013

J.R.R. Tolkien - Lo hobbit

Ho sempre amato rileggere, rileggere e rileggere ancora.
A volte, ripensandoci, quasi con ossessione, scandagliando parole e frasi e modi di dire forse cercando, assurdamente, una qualche certezza.
Adesso invece lo faccio raramente, fagocitata dall'ingordigia di molte nuove letture; e me ne dispiace.
L'uscita nelle sale dell'ultimo film di Peter Jackson (che non ho visto) mi ha ricordato che Lo hobbit l'avevo letto davvero tanto tempo fa, mi ha fatto venire una irrefrenabile voglia di riprenderlo in mano e me ne sono procurata subito una copia (lo avevo letto prendendolo a prestito dalla biblioteca): ho trovato quest'edizione Adelphi, che mi ha risparmiato un qualche fotogramma in copertina, e sono di nuovo sgattaiolata tutta contenta dietro al caro Signor Baggins e al manipolo di nani che lo trascina alla ricerca del tesoro rubato e tenuto in ostaggio da Smaug, ho rifatto la conoscenza di Elrond, risentito i profumi di Forraspaccata e Bosco Atro, mi sono riempita un'altra volta di tenerezza alla comparsa di Gollum, ho tirato un respiro di sollievo all'arrivo delle botti a Pontelagolungo e trattenuto il fiato nelle ore prima della battaglia, mi sono goduta per bene tutte le canzoni dei nani e ho sorriso soddisfatta, alla fine, con Bilbo e Gandalf seduti sulla porta della tana hobbit a fumarsi un po' di erba pipa.
E mi sono ricordata perché è il Tolkien che mi è sempre piaciuto di più: è il Tolkien che ti fa accomodare, e in confidenza inizia a raccontarti una storia, prendendosi il suo tempo, a volte assumendo un'aria vaga a volte accelerando il passo, guardandoti negli occhi e rassicurandoti che la conclusione sarà proprio quella che ti aspetti.
E' il Tolkien che ti narra una storia mantenendo intatto, nella perfezione, l'incanto dell'improvvisazione.
E, come tutte le storie che si rispettino, non se ne ha mai abbastanza.
Quest'edizione Adelphi (anche se rimpiango un po' quella Bompiani, ma solo per una questione affettiva), non c'è bisogno di dirlo, è molto curata e riporta in copertina un bel disegno dell'autore ma all'interno ci sono altri suoi disegni e due mappe, quella di Thror all'inizio e quella delle Terre Selvagge alla fine.
Giusto in tempo per ricominciare.
                                      "In una caverna sotto terra viveva uno hobbit"

4 commenti:

  1. Anch'io l'ho riletto di recente, più o meno quando è uscito il film. Con quell'incipit Tolkien ha fatto il primo passo per ridefinire il genere fantasy (nel bene e nel male), è un pezzo di storia della letteratura. Per varie ragioni dopo l'adolescenza ho iniziato a preferire questo romanzetto all'opera più famosa. E' una bella storia, che ha l'unico difetto, letta in età pseudo-adulta, di essere scritta per bambini. Difetto superabile, perché a volte è piacevole tornare bambini!
    Sul film sono stato caustico, ma ci sono un paio di scene per cui non lo considero tempo sprecato. Non so però come arriverò al terzo! :S

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    1. Quell'incipit non mi stancherei mai di rileggerlo (proprio rileggerlo! anche se lo so a memoria).
      E mi fa molto piacere il tuo commento soprattutto perché invece io non lo vedo proprio come un libro per bambini. O meglio : è un libro da leggere da bambini ma da rileggere da adulti.
      Con questa rilettura in effetti mi sono accorta di tutto quello che avevo perso, o, piuttosto, che avevo considerato da un punto di vista diverso, meno "elaborato", ma che mi ha aiutato a riconsiderare le mie sensazioni da adulta.
      Lo considero, davvero, molto più bello de Il signore degli anelli (che adoro comunque) ma non sono proprio pronta per il film.
      n ogni caso mi pare di ricordare una tua recensione: la rileggerò e ti farò sapere ;)

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  2. Questo tuo post mi ha fatto ricordare quanto tempo è passato dalla mia prima lettura de "Lo Hobbit" e di tanti altri libri che ho amato... mi sa proprio che presto mi regalerò un periodo di riletture :)

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    1. Bene! Devo dire che mi ha fatto molto piacere rileggere, e credo proprio che d'ora in avanti lo farò più spesso. Sempre che non soccomba ai sensi di colpa davanti alla pila enorme dei volumi in attesa di essere finiti ;)

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