martedì 14 maggio 2013

Marco Malvaldi - La briscola in cinque

Ci sono libri che, pur incuriosendomi, non sono (quasi) mai tentata di comprare. O che si perdono in una delle infinite liste senza fondo.
Per fortuna ci sono le mie adorate bancarelle dell'usato, dove il caso la fa da padrone ma che a volte riescono sorprendentemente ad accontentare la mia idiosincrasia di seguire un certo ordine, proprio come con questo La briscola in cinque che è proprio il primo romanzo di Malvaldi.
Ambientato in un immaginario paese vicino a Livorno, Pineta, uno dei tanti paesini della riviera che sembrano vivere solo d'estate con i turisti a cui tutto e tutti si adeguano senza remore, è un giallo semplice dalla trama innocua (l'omicidio di una ragazza giovanissima - che si scopre, come al solito, non essere proprio la brava ragazza che si pensava - da parte dell'amante attempato e sposato di cui era rimasta incinta) che ruota attorno a un gruppo di pensionati che si ritrovano al BarLume di proprietà di Massimo, nipote di uno di loro, che non è proprio di una simpatia eclatante ma regge alle battute degli arzilli vecchietti che con le loro chiacchiere lo aiutano nel risolvere il delitto, in cui rimane invischiato per via del ragazzo che trova per primo il cadavere in un cassonetto e si rivolge a Massimo, troppo ubriaco per farlo lui stesso, per chiedere aiuto.
Le edizioni Sellerio sono come al solito molto eleganti e con belle copertine e Malvaldi è bravo nel rendere quell'atmosfera sonnolenta di fine estate, con il profumo dei pini e del mare che accompagna il cambio dei turisti e le battute in toscano degli irriducibili che guardano dall'alto e con tanta ironia le vite all'interno delle grandi ville immolate alla mera apparenza.
Una lettura piacevole che scorre via, un autore da segnarsi per quei momenti (tanti) in cui è bene abbandonarsi un po' alla leggerezza.

Nessun commento:

Posta un commento