domenica 30 dicembre 2012

Isaac Asimov - Preludio alla fondazione


Nonostante la grande passione che nutro per la fantascienza in versione cine/televisiva questa stessa passione non l'ho mai applicata alla lettura.
Poi M. ha recuperato chissà dove I robot e l'Impero e Preludio alla fondazione.
Sono stati per un po' a girarmi intorno, l'introduzione dello stesso Asimov che indica Preludio alla fondazione come il primo libro (anche se scritto dopo) della serie appunto della Fondazione mi è parso un buon segno per iniziare.
Se devo essere sincera ero abbastanza intimorita, se non altro dalla fama dello scrittore, invece mi sono ritrovata a seguire la vita su Trantor, pianeta principale dell'Impero Galattico, trotterellando con naturalezza dietro il matematico Hari Seldon che vi giunge per un congresso e si ritrova, istigato da Hummin/Demerzel/Daneel e accompagnato dalla storica Dors Venabili, in fuga attraverso tutti i vari settori del pianeta, popolati da ancor più vari (e bellissimi) personaggi, alla ricerca di fondamenta per la sua idea della psicostoria (che è anche il motivo per cui si ritrova in apparente pericolo) e inseguendo la leggenda dell'esistenza di un robot come ultima prova e ultimo legame con un passato che conduce alla Terra e all'origine dell'umanità.
Asimov è un grande affabulatore e si arriva in fondo al volume (nonostante le ultime pagine a mio parere stonino un po') mettendo già a punto un piano su come procurarsi tutti i suoi libri (e magari in queste stesse vecchie edizioni Mondadori, con queste stupende sovraccoperte).
Insomma, tutto cospira a non voler farmi snellire le pile di libri lasciati a metà; a volte però anche questa è una soddisfazione.

4 commenti:

  1. Il secondo libro di Asimov letto, mi sembra. Il secondo del ciclo, in ogni caso. Il primo fu "Fondazione anno zero", le cui vicende seguono quelle di questo romanzo. Da allora, ho letto parecchi suoi libri e rimane un autore molto importante nella mia "formazione di lettore", se così si può dire. Hari Seldon incarna forse la sua idea più riuscita, quella della psicostoria (o psicostoriografia, a seconda della traduzione). Ricordo che in seconda o terza media, vantandomi dei cento (!) libri letti in un anno, perlopiù Piccoli Brividi, la maestra mi incitò a spiegare di cosa si trattasse alla classe - inutile dire quanto interesse sollevò la questione. Non ricordo come prosegua la vicenda, ma spero che almeno i due libri li vorrai leggere. Considera che i tre successivi, il ciclo "classico", hanno tono e respiro diversi, mentre gli ultimi due sono anch'essi concentrati su vicende più compatte.

    RispondiElimina
  2. ma grazie mille!
    non ho nessuna tentazione di mollare Hari, per ora.
    vorrei però cercare di seguire "il filo", quindi ora dovrei appunto procurarmi "Fondazione anno zero" (se non sbaglio).
    ho iniziato "Cronache della galassia" ma, appunto, credo lo lascerò un attimo per seguire per bene la cronologia giusta.
    in ogni caso, per una lettrice profana come me, è stato un inizio perfetto per farmi amare la fantascienza "scritta"!
    grazie ancora per il commento, adoro essere spronata ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un buon punto di partenza. Un altro sono i racconti, perché la SF è un genere che ha dato moltissimo sulle brevi distanze. Se la trovi (ma non la trovi) "L'ora di fantascienza", con cui sono cresciuto (!). Oppure "44 microstorie", raccolte dallo stesso Asimov. Se invece vuoi stare su Asimov, c'è sempre quel "Io, robot" che, in linea puramente teorica, ha ispirato il film con Will Smith.

      Elimina
    2. me li segno!
      anche se, lo ammetto, non sono una grande fan dei racconti.
      "Io, robot" è sicuramente un libro che prima o poi leggerò ( e per fortuna non ho visto il film!però ho pianto calde lacrime per Blade Runner ^_^).
      grazie ancora davvero per i consigli: che piacere qualcuno che ti prende sul serio ;)

      Elimina