Dicembre è un mese crudele, se non sbaglio, è il secondo volume della serie e, a mio parere, eccessivamente prolisso e dispersivo: arrivati a metà, davvero, si è tentati di piantarlo lì.
Poi però all'improvviso la storia ingrana, nella remota campagna inglese in pieno inverno dove Deborah e St. James in vacanza convincono Lynley a riaprire il caso di un omicidio appena archiviato, scoprendo un suicidio avvenuto anni prima ma in realtà una montatura, la normalità della stregoneria e un rapimento (e un assassinio) guidato da un senso della giustizia, seppur personale, la cui punizione stride con la violenza che rimane per converso impunita, quotidianamente, sotto l'algida di una assurda ma radicata accettazione.
Deborah è insopportabile ma St. James è molto più simpatico e affascinante di Lynley e così mi sono già procurata il primo vero volume, in cui si dovrebbe conoscerlo meglio.
Sempre che non mi passi, per colpa di un volume appena iniziato di Asimov, questa smania ossessiva da thriller.
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