Da compratrice compulsiva di molti più libri di quelli che riesco a
leggere, da appassionata frequentratrice di piccole librerie e
bancarelle di libri usati e da convinta assertrice della necessità di
possedere, per esempio, 3 copie diverse di un libro qualsiasi di
Colette, ho un sano (!) bisogno, a volte, di rassicurazioni.
Inoltre,
sinceramente, comincio a trovare opprimente e assurda qualsiasi
discussione sul confronto tra libri cartacei e digitali.
Questa lunga, ironica e colta conversazione tra Eco e Carrière (copia
scovata intonsa e per caso nel solito giro tra gli scaffali dell'offerta
3x4) è, in questo senso, un comfort-book: i due bibliofili discorrono
sull'amore per i libri in sé, sull'ammirazione verso la tecnologia e sul
modo in cui la sfruttano, sull'ennesimo libro che vorrebbero avere, su
come hanno iniziato quella determinata collezione e su come si sono
procurati determinati volumi.
Eco, come al solito, sa farmi ridere (anche se tutti mi guardano in
maniera strana quando lo dico), gli aneddoti e i fatti storici,
nonostante la sensazione di già sentito, sono sempre godibilissimi.
E,
soprattutto, i libri e la lettura sono un fatto scontato: più
rassicurante, e confortevole, di così.
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