Il figlio del cimitero è frutto della ormai obbligata sosta di fronte
allo scaffale della letteratura per ragazzi.
Non avevo mai letto niente di Gaiman e ho scoperto una scrittura dolce e
lieve, avvolta in una sorta di foschia proprio come il paesaggio in cui
si intrufola gattonando Bod, in una notte da dimenticare, e in cui
cresce circondato da una schiera di meravigliosi personaggi che lo
accolgono, all'inizio titubanti, nella sua involontaria fuga da quel
mondo al di là del cancello che rimane, nelle sue brutture,
irrimediabilmente attraente, e a cui, pur con rammarico, lo
restituiranno.
Una bellissima storia sul privilegio di un altro punto di vista, ma
soprattutto sul grande dono di saper lasciare andare via.
Mi sto dedicando a Gaiman proprio in questi mesi. Non è facile all'inizio entrare nel suo modo di scrivere, ma basta varcare la soglia per poi ritrovarsi completamente avvolti dal suo mondo.
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