Anche in questo caso devo ringraziare il solito cesto con i libri usati scartati in cui adoro mettere le mani per tirarne fuori, appunto, qualche suggerimento.
Chissà perché, nonostante (o forse proprio per quello) il successo del libro e del film e pur sapendolo un volume intriso di Dumas, di moschettieri e di librai antiquari, non avevo mai colto l'occasione di conoscere Pérez-Reverte.
Ho colmato la lacuna e mi sono divertita e ho conosciuto Lucas Corso, anche se ho trovato la scrittura di Pérez-Reverte un po' prolissa e a tratti dispersiva e la trama con qualche sempliciotteria di troppo.
Gridare al capolavoro, come ostentato ovunque in quest'edizione, mi pare un po' esagerato ma sicuramente è un libro adatto al cinema, anche se il film che ne è stato tratto non l'ho mai visto, a cominciare proprio dalla figura di Corso, con tutti i cliché del caso comprese le scene d'azione (e non).
Si arriva comunque in fondo al libro con leggerezza, godendosi un po' di pettegolezzi su Dumas, vari tentativi di rovesciare le sorti della sfida tra Napoleone e Wellington e facendo la piacevole conoscenza dei F.lli Pablo e Pedro Ceniza, restauratori e rilegatori.
La conclusione rimane in sospeso, quasi incompiuta, come le figure femminili ma anche lo stesso pseudo-Richelieu.
Ho sentito dire che di Pérez-Reverte sia meglio leggere altro: proverò.
Nessun commento:
Posta un commento