lunedì 27 maggio 2013

Clare Vanderpool - L'indimenticabile estate di Abilene Tucker

Di Abilene Tucker avevo letto la recensione di Silvia (grazie!) e mi aveva incuriosito molto, ma poi me ne sono dimenticata.
L'ho rivisto per caso qualche tempo dopo esposto in bella vista nel reparto ragazzi alla F., ma avevo già un sacco di altri libri in mano e non l'ho preso.
Poi sono tornata apposta per prenderlo, ma avevo fretta, non era più esposto, non mi ricordavo il nome dell'autrice e ho lasciato perdere: mentre andavo verso la cassa me lo sono ritrovata davanti su uno scaffale che non c'entrava niente, abbandonato probabilmente da qualcuno. 
I libri non finiscono mai di sorprendermi.
Iniziato e finito in una di queste domeniche temporalesche che incitano alla lettura mi ha divertito molto: è davvero una bella storia; in realtà tante storie, una dentro l'altra.
L'indimenticabile estate di Abilene, 12 anni, inizia il 27 maggio 1936 quando arriva a Manifest, Kansas, dove il padre ha trascorso qualche anno da ragazzo e dove la manda a passare l'estate, in tempo per l'ultimo giorno di scuola in cui le viene assegnato anche un compito per le vacanze: raccontare una storia.
Risentita e ferita per il comportamento incomprensibile del padre, Abilene decide di seguirne le tracce tra le vite e la vita di Manifest con l'aiuto di due nuove amiche, una scatola piena di tesori trovata sotto un'asse del pavimento della casa di Shady, che la ospita come aveva tempo prima ospitato suo padre, e la sua capacità di stare ad ascoltare.
Il filo conduttore è la scatola piena di tesori: un amo, un tappo di sughero, una chiave, la bambolina più piccola di una matrioska, ma soprattutto una mappa e delle lettere che suggeriscono un mistero e istigano le tre ragazzine a mettersi sulle tracce di una misteriosa talpa tornando, a poco a poco, indietro nel tempo grazie ai racconti di Miss Sadie, alle lettere di Ned a Jinx dal fronte, al Notiziario di Hattie Mae, per ripercorrere la storia di Manifest nel 1917/18, gli anni del proibizionismo, del razzismo estremo, degli immigrati che alla ricerca di una vita migliore affollano la cittadina e che nelle loro differenze trovano l'abilità di superare insieme le ingiustizie dello sfruttamento e le angustie e le perdite per via di quella guerra che imperversa in Europa e che si intrufola ovunque e segna la vita di tutti, spesso facendo conoscere le persone per quello che sono davvero, e non quello che sembrano.
Abilene ha trovato la sua storia.
L'edizione (Giralangolo/EDT, editore che non conoscevo ma di cui sto spulciando il catalogo) è molto curata e con un profumo buonissimo, una sola svista in fondo, su una data, una bella ed accattivante copertina e un'efficace traduzione del titolo.
E' una sorta di romanzo storico per ragazzi, con delle interessanti note in fondo in cui l'autrice spiega cosa è finzione e cosa no e, a mio parere, un ottimo modo, anche se dilatato e abbellito, di far conoscere aspetti importanti della storia del mondo.
Il premio (il Newbery Medal Award 2011) per "l'eccezionale  contributo dato alla letteratura per l'infanzia" è, sempre a mio parere, meritatissimo.

martedì 14 maggio 2013

Marco Malvaldi - La briscola in cinque

Ci sono libri che, pur incuriosendomi, non sono (quasi) mai tentata di comprare. O che si perdono in una delle infinite liste senza fondo.
Per fortuna ci sono le mie adorate bancarelle dell'usato, dove il caso la fa da padrone ma che a volte riescono sorprendentemente ad accontentare la mia idiosincrasia di seguire un certo ordine, proprio come con questo La briscola in cinque che è proprio il primo romanzo di Malvaldi.
Ambientato in un immaginario paese vicino a Livorno, Pineta, uno dei tanti paesini della riviera che sembrano vivere solo d'estate con i turisti a cui tutto e tutti si adeguano senza remore, è un giallo semplice dalla trama innocua (l'omicidio di una ragazza giovanissima - che si scopre, come al solito, non essere proprio la brava ragazza che si pensava - da parte dell'amante attempato e sposato di cui era rimasta incinta) che ruota attorno a un gruppo di pensionati che si ritrovano al BarLume di proprietà di Massimo, nipote di uno di loro, che non è proprio di una simpatia eclatante ma regge alle battute degli arzilli vecchietti che con le loro chiacchiere lo aiutano nel risolvere il delitto, in cui rimane invischiato per via del ragazzo che trova per primo il cadavere in un cassonetto e si rivolge a Massimo, troppo ubriaco per farlo lui stesso, per chiedere aiuto.
Le edizioni Sellerio sono come al solito molto eleganti e con belle copertine e Malvaldi è bravo nel rendere quell'atmosfera sonnolenta di fine estate, con il profumo dei pini e del mare che accompagna il cambio dei turisti e le battute in toscano degli irriducibili che guardano dall'alto e con tanta ironia le vite all'interno delle grandi ville immolate alla mera apparenza.
Una lettura piacevole che scorre via, un autore da segnarsi per quei momenti (tanti) in cui è bene abbandonarsi un po' alla leggerezza.

giovedì 2 maggio 2013

Luca e Francesco Cavalli-Sforza - Chi siamo. La storia della diversità umana

Chi siamo è frutto di una pausa pranzo liberatoria e in solitudine che mi ha permesso di passare il resto della giornata, uggiosa fuori ma anche dentro l'ufficio, con l'aspettativa di una borsa piena di libri inattesi da affrontare.
La copertina non è granché (se non come esempio commerciale, forse) ma gli Oscar Mondadori sono sempre comodi e leggeri da tenere in mano.
Il lavoro di Luca Cavalli - Sforza, a grandi linee, lo conosco da anni ma non avevo mai letto niente di suo e non posso fare paragoni (anche perché questo libro è coadiuvato dal figlio Francesco, che è un regista, e non so quanto possa aver influito nell'esposizione) però in questo caso si tratta di un argomento vasto e sfaccettato affrontato con inusuale chiarezza e molto garbo (ed è un pregio così raro!) e con molta attenzione verso il lettore, riprendendo i concetti più articolati o suggerendo di saltare il paragrafo se si hanno già le idee chiare.
Partendo dall'esposizione dei suoi studi di genetica sui pigmei, popolo simpaticissimo di cacciatori-raccoglitori e uno degli ultimi esempi rimasti di stile di vita "arcaico", Cavalli - Sforza racconta la nostra lunga e bellissima storia, i nostri antenati e i loro primi passi nel mondo, le loro migrazioni, l'inventiva e il passaggio all'agricoltura, l'adattamento ai vari climi, ci guida attraverso gli studi sui fossili, sul DNA (mitocondriale, soprattutto) e sui gruppi sanguigni, spiega l'aiuto della linguistica, della demografia, dell'antropologia e della paleontologia nelle ricerche sui processi di evoluzione e diversificazione, usa esempi, come l'anemia mediterranea per spiegare le mutazioni genetiche, che tengono desto l'interesse, e smonta a poco a poco molti dei luoghi comuni più insensati, soprattutto quelli legati alle differenze di razza e a certi miti di superiorità.
E' la nostra bellissima storia ed è divulgazione scientifica al suo stato migliore, un lungo racconto in stile colloquiale (doveva essere in effetti un libro-intervista) attraverso i milioni di anni che ci hanno permesso di diventare chi siamo, anche se purtroppo spesso non ne abbiamo affatto la consapevolezza.